A memoria di uomo il suo mulino ha sempre funzionato con una sola ruota idraulica a peso, che muoveva all’interno i due palmenti, quello del “giallo” e quello del “bianco” completo di buratto. A mulino fermo, in occasione della richiesta di un prestito per il rifacimento del tetto, si scoprì che la curia di Vicenza teneva un’ipoteca sull’edificio per decime non pagate ancora nel lontano 1630.

Tra questo mulino ed il successivo c’era una costruzione proprio lungo la roggia. Si dice che vi fosse un mulino, le cui fondamenta sarebbero sepolte sotto il terrazzamento di un orto-giardino.


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